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Andrea Cova

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Risarcimento Malasanità
in Anestesiologia


La somministrazione dell’anestesia è un aspetto fondamentale di ogni intervento chirurgico, perché protegge l’organismo dai traumi connessi all’operazione ed evita al paziente di sentire dolore.

Per ottenere questo stato di sensibilità alterata, senza mettere in pericolo la vita del paziente, è necessario che il medico anestetista riesca a mantenere un equilibrio molto delicato sull’organismo, tramite la somministrazione di specifici farmaci.
Gli errori medici legati all’esecuzione dell’anestesia, possono portare a gravi lesioni per il paziente, persino alla morte. C’è diritto al risarcimento del danno, quando può essere dimostrato un errore da parte del medico anestetista, che abbia compromesso la buona riuscita dell’intervento creando un danno al paziente.
Si possono distinguere tre principali errori:

    • Errori nella somministrazione dei farmaci: ad es. dovuti ad una dose errata, o ad un farmaco sbagliato
    • Errori nell’esecuzione dell’anestesia: ad es. dovuti all’errata procedura di inserimento dell’ago da parte del medico o dell’intubazione
    • Reazioni allergiche agli anestetici

    Oggi le tecniche a disposizione e gli strumenti utilizzati dai medici sono molto evoluti, ma l’anestesia è una procedura sempre molto delicata in tutte le sue fasi (dalla preparazione, all’esecuzione al post operatorio). E’ fondamentale un’attenta analisi dello stato del paziente, della sua storia precedente l’intervento e degli eventuali rischi a cui può essere esposto.
    Si parla di “anestesia generale” quando si mira ad eliminare tutte le forme di sensibilità e, di “anestesia locoregionale o locale”, quando il dolore deve essere eliminato in modo selettivo.

    L’anestesia generale viene condotta grazie all’ausilio di tre gruppi di farmaci: il primo gruppo toglie la coscienza, comprende quindi l’insieme di farmaci che fanno dormire, il secondo gruppo è quello che toglie il dolore e, il terzo è il farmaco che rilassa i muscoli. In quest’ultima situazione, il paziente non è in grado di respirare autonomamente, deve quindi essere supportato dall’anestesista nelle sue funzioni vitali per mezzo di un sofisticato sistema di monitoraggio: una macchina invia l’aria nei polmoni del paziente attraverso un piccolo tubicino che viene posizionato attraverso le corde vocali. Il paziente non avrà alcuna memoria di questo tubicino poiché viene posizionato quando il paziente dorme profondamente e rimosso prima del ripristino dello stato di coscienza. L’anestesia locoregionale o locale, invece, elimina il dolore grazie all’inoculo di particolari farmaci chiamati “anestetici locali”, questi farmaci vengono inoculati in punti particolari del corpo ed annullano la trasmissione del dolore.

    Tra questi due pilastri di anestesia generale e anestesia locoregionale possono esistere vari gradi di mixing, quindi entrambe le tecniche possono essere “mescolate” per ottenere lo stesso obiettivo. L’anestesia locoregionale associata alla sedazione consente di eliminare l’ansia del paziente, mantenendo invariati i parametri vitali e il ritmo respiratorio normale; questo sonno può essere pertanto molto più simile a un sonno fisiologico che non al sonno dell’anestesia generale. Ha un senso associare l’anestesia generale alla tecnica locoregionale perché questo consente di ridurre o di evitare di utilizzare il secondo blocco di farmaci, di quelli che tolgono il dolore, che più frequentemente si associa a problematiche quali la nausea post operatoria, la ritardata mobilizzazione o le vertigini.

    Tipi di anestesia

    - Locale: viene somministrato un farmaco per anestetizzare una piccola superficie, ad es. durante gli interventi di dermatologia o odontoiatria (anestesia tronculare).

    - Regionale: viene anestetizzata un’ampia regione dell’organismo, tramite anestesia spinale, cioè attraverso un’iniezione nella schiena, nel cosiddetto spazio epidurale (in cui risiedono i nervi che fuoriescono dal midollo spinale) necessaria per interventi maggiormente invasivi (ad es. taglio cesareo).

    - Generale o Totale: il paziente viene addormentato tramite la somministrazione di farmaci e viene garantita la funzione respiratoria tramite intubazione, manovra molto delicata che prevede l’inserimento di un tubo in trachea. È la forma di anestesia con più complessità da gestire.

    - Nel caso di interventi brevi e meno invasivi si può optare anche per un’anestesia totale senza intubazione, che prevede una sedazione che induce il sonno e lascia libera l’attività respiratoria del paziente.

    Risarcimento danni.

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