Avvocato
Andrea Cova

Assistenza in tutta Italia per ogni tipologia di responsabilità sanitaria

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Risarcimento Malasanità
da Infezioni Ospedaliere


L'Avv. ANDREA COVA, specializzato in malasanità, assiste in tutta Italia i danneggiati da infezioni correlate all'assistenza sanitaria e i parenti di coloro che ne siano rimasti vittima, consentendogli di ottenere il giusto risarcimento.

Lo STUDIO COVA si occupa di tutte le fasi del complesso iter che consente di ottenere il giusto risarcimento: dalla prima valutazione per capire se si possa oppure no essere in presenza di una responsabilità sanitaria, alla valutazione medico-legale che effettua con i propri Consulenti di fiducia, alla considerazione degli aspetti giuridici della vicenda, fino alla gestione operativa della pratica in ambito stragiudiziale e – se necessario – giudiziale. 

Ogni vertenza, infatti, viene avviata solamente a seguito del parere positivo del Medico Specialista nella materia afferente il caso e del Medico-Legale, che viene fornito entro trenta giorni  dall'invio della documentazione completa.

Lo Studio COVA si avvale in questa materia della collaborazione dei migliori specialisti Italiani in malattie infettive e instaura solamente azioni relative a pregiudizi rilevanti, supportate da un adeguato vaglio medico-legale e senza finalità meramente speculative.

Ogni caso di presunta responsabilità sanitaria che viene sottoposto all'attenzione dei professionisti dello Studio COVA, infatti, deve sempre ricevere una duplice valutazione: giuridica da parte del Legale e medica da parte del medico-legale, supportato dallo specialista nella materia afferente il caso e, solamente all’esito positivo del duplice controllo, la posizione viene accettata e la vertenza iniziata. (Leggi come lavoriamo),

Le infezioni nosocomiali (od “ospedaliere”) – tecnicamente dette I.C.A.: infezioni correlate all’assistenza (sanitaria) – rappresentano uno fra i principali problemi dei sistemi di salute pubblica e sono causate dalla presenza di microrganismi patogeni opportunisti in ambiente ospedaliero.
Le infezioni ospedaliere – nell’acronimo inglese H.C.A.I.: Health Care Acquired Infections – sono, per definizione, quelle infezioni che non erano presenti (quindi non erano manifeste clinicamente, né erano in incubazione) all’ingresso del paziente nell’ambiente di ricovero o di assistenza ed insorgono durante il ricovero e la degenza o, più raramente, dopo le dimissioni del paziente.

Secondo i C.D.C. di Atlanta (Centers for Disease Control and Prevention), sono da considerare infezioni correlate all’assistenza quelle i cui sintomi e segni sono insorti a partire dal terzo giorno di ricovero in poi (dovendosi reputare “esterne” quelle presenti fin dall’ingresso in ospedale, cioè a dire insorte da due giorni prima del ricovero e fino ai primi due giorni di ricovero).

Le infezioni correlate all’assistenza sanitaria rappresentano eventi del tutto prevedibili ed evitabili, in quanto si tratta di una delle complicanze più spesso osservate in pazienti sottoposti ad intervento chirurgico o a procedure diagnostiche invasive.
Per tale motivo, risulta fondamentale la massima attenzione preventiva da parte delle strutture sanitarie, attraverso misure adeguate a garantire la sterilità degli ambienti, del personale e delle attrezzature che debbono essere sottoposte a costante e continuo monitoraggio di tutte le componenti.

La prevenzione delle infezioni legate all’assistenza è strada obbligata che risulta determinante particolarmente in caso di soggetti suscettibili per qualsiasi motivo alle infezioni.
Sul profilo della evitabilità o inevitabilità delle infezioni nosocomiali, il criterio guida deve essere rappresentato dalle regole giuridiche vigenti in materia di responsabilità medico-sanitaria, che ha natura contrattuale: La Corte di Cassazione è pacifica nel sostenere che Ai fini del riparto dell’onere probatorio, l’attore, paziente danneggiato, deve limitarsi a provare l’esistenza del contratto (o del contatto sociale) e l’insorgenza o l’aggravamento della patologia ed allegare l’inadempimento del debitore, astrattamente idoneo a provocare il danno lamentato, rimanendo a carico del debitore dimostrare o che tale inadempimento non vi è stato ovvero che, pur esistendo, esso non è stato eziologicamente rilevante

In sostanza, è ragionevole ritenere sia  sussistente la responsabilità dell’Ente Ospedaliero nella genesi dell’infezione correlata all’assistenza, salvo che lo stesso non riesca a dimostrare che la propria struttura ed il proprio personale agirono nel pieno rispetto di diligenza e prudenza qualificata e proporzionata alla natura della prestazione e che venne fatto tutto il possibile per evitare il contagio in base alle indicazioni ampiamente condivise e pretese dalla letteratura scientifica, nonché dalle vigenti previsioni normative.

La struttura ospedaliera per andare esente da responsabilità, dovrà, quindi, non solo dimostrare di avere adottato dei protocolli per la prevenzione delle infezioni, ma anche dimostrare di averli posti in essere; prova, questa, che generalmente non viene mai fornita.

Infatti, la Struttura Sanitaria avrebbe l’onere di documentare di aver posto in essere e rispettato le più idonee ed efficaci misure, attinenti specificamente (a titolo meramente esemplificativo e non esaustivo):

· a disinfezione, disinfestazione, sterilizzazione di ambienti e materiali;

· alle modalità di lavaggio delle mani da parte del personale;

· all’uso dei dispositivi di protezione individuale;

· alle modalità di raccolta, lavaggio e disinfezione della biancheria;

· al sistema di smaltimento dei rifiuti solidi;

· alla qualità dell’aria e degli impianti di condizionamento;

· alla modalità di preparazione, conservazione ed uso dei disinfettanti;

· all’organizzazione del servizio mensa e degli strumenti di distribuzione di cibi e bevande;

· allo smaltimento dei liquami e alla pulizia di padelle e simili;

· all’istituzione di un sistema di sorveglianza e notifica;

· all’istituzione del Comitato Infezioni Ospedaliere ed alla relativa attività;

· ai criteri costruttivi strutturali atti a evitare le infezioni;

· al controllo e alla limitazione dell’accesso dei visitatori;

· al controllo dello stato di salute dei dipendenti e degli operatori (basti pensare che costituisce fattore favorente le infezioni anche il fatto che infermieri e medici possano operare in precarie condizioni di salute, eventualmente al fine di evitare decurtazioni stipendiali);

· all’adeguatezza del rapporto tra degenti e personale sanitario;

· alla pianificazione ed attuazione di continui controlli sulle attività di cui sopra.

L’infezione ospedaliera come “complicanza” dell’assistenza sanitaria

Nella letteratura scientifica sanitaria, una complicanza è un evento dannoso che insorge in un momento qualsiasi dell’iter terapeutico e che la medicina tende a considerare imprevedibile ed inevitabile.

È noto il principio generale espresso dalla giurisprudenza di legittimità (citiamo letteralmente dalla motivazione di Cassazione civile, sez. III, 30/06/2015, n. 13328, punto 3.4):

Col lemma ‘complicanza‘, la medicina clinica e la medicina legale designano solitamente un evento dannoso, insorto nel corso dell’iter terapeutico, che pur essendo astrattamente prevedibile, non sarebbe evitabile. Tale concetto è inutile nel campo giuridico. Quando, infatti, nel corso dell’esecuzione di un intervento o dopo la conclusione di esso si verifichi un peggioramento delle condizioni del paziente, delle due l’una:

- o tale peggioramento era prevedibile ed evitabile, ed in tal caso esso va ascritto a colpa del medico, a nulla rilevando che la statistica clinica lo annoveri in linea teorica tra le ‘complicanze’;
- ovvero tale peggioramento non era prevedibile oppure non era evitabile: ed in tal caso esso integra gli estremi della ‘causa non imputabile’ di cui all’art. 1218 c.c., a nulla rilevando che la statistica clinica non lo annoveri in linea teorica tra le ‘complicanze’.

Da quanto esposto consegue, sul piano della prova, che nel giudizio di responsabilità tra paziente e medico:
- o il medico riesce a dimostrare di avere tenuto una condotta conforme alle leges artis, ed allora egli va esente da responsabilità a nulla rilevando che il danno patito dal paziente rientri o meno nella categoria delle ‘complicanze’;

- ovvero, all’opposto, il medico quella prova non riesce a fornirla: ed allora non gli gioverà la circostanza che l’evento di danno sia in astratto imprevedibile ed inevitabile, giacché quel che rileva è se era prevedibile ed evitabile nel caso concreto.

Prevedibilità ed evitabilità del caso concreto che, per quanto detto, è onere del medico dimostrare” (Cass. III, 30/06/2015, n. 13328).

I COSTI

In linea generale, il compenso dello Studio COVA è proporzionale al risultato ottenuto e viene liquidato a fine vertenza, al momento della riscossione del risarcimento erogato dai soggetti responsabili, i quali sono per lo più garantiti da apposite polizze assicurative o da altre forme di ritenzione del rischio assicurativo.

Se il caso verrà reputato meritevole di attenzione, sarà cura del titolare dello Studio Legale illustrarVi le modalità per la sua gestione, dalla valutazione medico-legale e/o specialistica, alla gestione stragiudiziale della vertenza, fino – qualora necessario – alla proposizione dell’azione giudiziale di risarcimento danni.

I clienti che scelgono lo Studio Legale Cova usufruiranno di un servizio di assistenza legale, di alto profilo professionale.

Lo Studio Cova, dopo aver verificato insieme a medico legale e medico specialista, la fondatezza della causa, per i decessi e le grandi invalidità sosterrà tutte le spese relative al Tuo caso:

  • Perizie di parte (Specialistiche e medico legali)
  • Iscrizione a ruolo in Tribunale (Eventuale causa)
  • Spese A.T.P 696 bis cpc e 702 bis cpc (Diverse fasi della causa)
  • Spese sentenza/ordinanza (In caso di condanna)

Tutto ciò verrà sancito nel contratto redatto ai sensi del codice del consumo e del codice deontologico.

Dopo aver accertato la responsabilità del medico, verrà definito insieme al cliente un corrispettivo, che verrà onorato solo ed esclusivamente ad esito positivo della controversia.

Chi vi tutela per ottenere il risarcimento danni

Tutte le posizioni sono gestite direttamente dall'Avv. Andrea Cova.

Al fine di fornire il miglior servizio possibile, l'Avvocato COVA incontra, in tutta Italia, le vittime di malasanità.

Prima ancora di incontrare i clienti, l'Avv. Andrea COVA è disponibile a un colloquio nella sede del proprio studio o in videoconferenza (WhatsApp, Skype) fruibile anche da tablet e smartphone, per valutare la procedibilità del caso.
All'esito del colloquio, il cliente potrà decidere se procedere oppure no.

Con lo Studio COVA avrai un gruppo di professionisti a Tua disposizione che valuterà il Tuo caso e Ti seguirà fino al risarcimento del danno, senza che, per i decessi e le grandi invalidità, Tu debba anticipare il compenso per l’Avvocato, il medico legale e il medico specialista.

Ci sono dieci anni di tempo per richiedere il risarcimento del danno subito a causa di un infezione ospedaliera.

Assistenza Legale e Medico-Legale

Le infezioni ospedaliere più frequenti e per le quali si può ottenere il giusto risarcimento sono le seguenti. Clicca sul pulsante per leggere l'articolo:

La sepsi è una sindrome clinica di disfunzioni organiche potenzialmente letale causata da una risposta disregolata all'infezione.

Klebsiella pneumoniae è un agente infettivo, comune nelle strutture sanitarie, che causa infezioni delle vie urinarie e infezioni addominali e polmonite  e polmonite ed è seconda solo all' Escherichia Coli come causa di infezioni del tratto urinario.

La polmonite acquisita in ospedale è quella che insorge dopo le prime 48 ore di ricovero e che non era clinicamente in incubazione al momento dell'ammissione in ospedale.

Lo Staphylococcus aureus è un germe patogeno che causa tipicamente infezioni cutanee e talvolta polmoniti, endocarditi e osteomieliti.

L'osteomielite è un'infiammazione e distruzione dell'osso causata da batteri, micobatteri o funghi. 

La meningite è un’infiammazione delle membrane che avvolgono cervello e midollo spinale, le meningi.

Le ulcere da decubito sono aree di necrosi e ulcerazione in cui i tessuti vengono compressi tra prominenze ossee e superfici dure causate dalla pressione in combinazione con attrito, forze di taglio e umidità.

Interessano con elevata frequenza pazienti ricoverati in reparti di terapia intensiva a causa del frequente e multiplo posizionamento di cateteri vascolari venosi, l’utilizzo di specifici cateteri da ambiente intensivo per finalità cliniche come i cateteri in arteria polmonare, le circostanze di urgenza/emergenza in cui vengono spesso inseriti, l’utilizzo giornaliero ripetuto e la lunga permanenza a dimora del catetere.

Sono l’infezione più frequentemente acquisita in corso di ricovero in ospedale o struttura assistenziale sanitaria e il 70-80% di queste sono correlate alla presenza di catetere uretero-vescicale a permanenza.

Colpiscono mediamente il 2-5% dei pazienti sottoposti ad intervento chirurgico elettivo e rappresentano complessivamente la più comune (20% circa) e la più costosa delle infezioni correlate all’assistenza.

La colite da Clostridium Difficile ha aumentato negli ultimi anni la propria incidenza e sta raggiungendo lo stafilococco meticillinico resistente come singolo agente eziologico responsabile di infezioni correlate all'assistenza.

I pazienti dializzati sono ad alto rischio di infezione in considerazione della patologia di base e di numerosi fattori ambientali e procedurali. 

Descrivi il Tuo caso di Malasanità compi- lando il modulo a fianco, indicando i Tuoi dati e il numero di telefono per essere richiamato in breve tempo.

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