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Andrea Cova

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Gravidanza oltre il termine

Si considera gravidanza post-termine una gravidanza che supera le 42 settimane.

Nella post-maturità, la placenta non riesce a mantenere a lungo un ambiente sano per il feto a causa del prolungarsi della gravidanza.

In media, la gravidanza dura 280 giorni (40 settimane) dal primo giorno dell’ultimo ciclo mestruale. La maggior parte delle gravidanze che supera di poco il termine, fino a 41-42 settimane, non sviluppa problemi. Tuttavia, superato tale temine, i problemi possono insorgere in quanto la placenta non riesce più ad apportare gli adeguati nutrienti al feto. Tale condizione è definita post-maturità.

Le gravidanze post-termine aumentano il rischio di problemi quali:

- Un travaglio difficile a causa di distocia di spalla (una spalla del feto si incastra contro l’osso pubico materno e il bambino è bloccato nel canale del parto)

- Necessità di un parto cesareo o parto vaginale operativo (con il forcipe o una ventosa ostetrica)

- Crescita anomala del feto (per esempio, un feto grande in modo anomalo o un feto piccolo in modo anomalo)

- Scarsezza di liquido amniotico attorno al feto (oligoidramnios)

- Problemi correlati all’afflusso di sangue al feto, che deprivano il feto o il neonato di ossigeno

- Espulsione di meconio (le prime feci del feto) prima del parto

- Neonato che ha bisogno di cure nell’unità di terapia intensiva neonatale

- Decesso del feto o del neonato

- Lacerazioni dell’area tra l’apertura della vagina e l’ano (perineo)

- Eccessivo sanguinamento al momento del parto (emorragia post-partum)

Talvolta il meconio può essere inalato prima o durante il parto provocando difficoltà respiratorie nel bambino subito dopo la nascita. Il disturbo è chiamato sindrome da aspirazione del meconio.

Un feto postmaturo può presentare pelle secca e che si squama, unghie molto lunghe, una grande quantità di capelli sullo scalpo, pieghe profonde sui palmi e sulle piante dei piedi, scarso grasso corporeo e macchie verdi o gialle del meconio.

Per diagnosticare una gravidanza post-termine, i medici devono stabilire con precisione la data prevista del parto. Se le donne hanno il ciclo mestruale regolare, i medici possono calcolare la data prevista del parto in basa all'ultima mestruazione.

Tuttavia, il modo più accurato per datare una gravidanza è l'ecografia, in particolare se effettuata durante le prime 12 settimane di gestazione.

In genere vengono effettuati alcuni esami a partire dalle 41 settimane per valutare il movimento e la frequenza cardiaca del feto nonché quantità di liquido amniotico (il liquido attorno al feto), che diminuisce notevolmente nelle gravidanze post-termine. Per monitorare lo stato del feto, il medico si serve di un’ ecografia e può utilizzare il monitoraggio elettronico del battito cardiaco fetale.

Il travaglio viene avviato (indotto) se il feto ha problemi o se il liquido amniotico è diminuito troppo. Anche se non ci sono problemi evidenti, solitamente i medici cominciano a pensare di indurre il travaglio a 41 settimane. Di norma dopo 42 settimane il travaglio viene indotto.

Altre volte è necessario eseguire un parto cesareo.

La responsabilità del ginecologo o dell’ostetrica e, quindi, dell’Ospedale, potrebbe derivare dalla mancata diagnosi dei sintomi o delle condizioni che possono portare a una gravidanza oltre il termine o dall’incapacità di gestirla, eseguendo terapie sbagliate, tardive, inefficaci o, comunque, non tempestive.

Un errore del ginecologo o dell’ostetrica nella mancata o ritardata diagnosi potrebbe portare nei casi più gravi, al decesso della madre o del bambino.

In questo caso anche i familiari del paziente vittima di malasanità, potrebbero avere diritto al risarcimento e cioè il marito (convivente more uxorio o il partner convivente), i genitori, il figlio o la figlia, i fratelli o le sorelle e gli eredi.

Il medico legale, coadiuvato da un medico specialista e affiancato dal legale, può capire se vi siano stati errori nella diagnosi, nell’esecuzione del trattamento sanitario o nello svolgimento della terapia e verificare se vi sia responsabilità del medico o dell’Ospedale.

Essenziale in questa fase sarà lo studio della documentazione medica, tra cui cartella clinica, esami e consenso informato che dovranno essere richiesti alla struttura.

Risarcimento danni

Lo Studio dell'Avvocato ANDREA COVA è specializzato in risarcimento danni da errore medico e responsabilità sanitaria e segue regolarmente casi in tutta Italia.

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