Avvocato
Andrea Cova
Assistenza in tutta Italia per ogni tipologia di responsabilità sanitaria
L'emorragia post partum è una perdita di sangue maggiore di 100 ml o perdita di sangue accompagnata da sintomi o segni di ipolemia 24h dalla nascita.
La causa di più frequente è l’atonia uterina.
I fattori di rischio per atonia uterina comprendono:
- sovradistensione uterina (causata da gravidanza multifetale, polidramnios, anomalia fetale o da un feto anormalmente grande)
- travaglio prolungato o distocico
- grande multipara (parto di ≥ 5 feti in vita)
- anestetici rilassanti
- parto rapido
- infezione intra-amniotica (corioamnionite)
Altre cause di emorragia post-partum comprendono:
- lacerazioni del tratto genitale
- estensione di un' episiotomia
- rottura uterina
- patologie emorragiche
- ritenzione di materiale placentare
- ematoma
- inversione uterina
- infezione intra-amniotica
- sub-involuzione (involuzione incompleta) dell'inserzione placentare (che si verifica in genere precocemente, ma può completarsi anche in ritardo fino a 1 mese dal parto)
I fibromi uterini possono contribuire all'emorragia post-partum. Un'emorragia post-partum può suggerire un aumento del rischio.
La diagnosi di emorragia post-partum è clinica (p. es., rilevando la quantità di sangue perso, monitorando i segni vitali).
Ci sono vari strumenti di valutazione (p. es., liste di controllo) per aiutare gli operatori ostetrici e le strutture sanitarie a sviluppare modi per riconoscere e gestire rapidamente l'emorragia post-partum. Questi strumenti sono ampiamente disponibili e possono essere adattati alle esigenze della specifica popolazione di pazienti.
Il trattamento prevede:
- Fluidoterapia e a volte trasfusione
- Massaggio uterino
- Rimozione dei tessuti placentari ritenuti e riparazione delle lacerazioni genitali
- Uterotonici (p. es., ossitocina, prostaglandine, metilergonovina)
- Talvolta correzione chirurgica
La volemia va ripristinata con soluzione fisiologica allo 0,9% EV fino a un massimo di 2 L; se il volume di soluzione fisiologica non è sufficiente si deve eseguire una trasfusione.
È necessario identificare prima del parto le condizioni predisponenti (p. es., fibromi uterini, polidramnios, gravidanza multipla, una coagulopatia materna, una pregressa emorragia puerperale o postpartum)
Se le donne hanno un gruppo sanguigno poco comune, il sangue compatibile deve essere disponibile in anticipo.
È poi opportuno organizzare il parto senza fretta e con il minimo di invasività possibile.
Dopo il distacco della placenta, la somministrazione IM di 10 unità di ossitocina o l'infusione EV di ossitocina diluita (10-20 unità in 1000 mL alla velocità di 125-200 mL/h per 1-2 h) assicurano, in genere, la contrazione uterina e riducono la perdita di sangue.
Dopo l'espulsione della placenta, essa va meticolosamente esaminata per verificarne la completezza; se è incompleta, la cavità uterina deve essere esplorata manualmente e i frammenti ritenuti devono essere rimossi. Di rado, è necessario il raschiamento.
Le contrazioni uterine e l'entità del sanguinamento vaginale devono essere controllate per 1 ora dopo il completamento del 3o stadio del travaglio.
Risarcimento danni
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